Oltre il survival mood: trasformare la modalità sopravvivenza in crescita
- Dr Mirella Sgarbossa

- 21 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Quando la vita non è più una corsa per resistere, ma un cammino per rifiorire e uscire dalla modalitá sopravvivenza.

Viviamo in un’epoca in cui “farcela” è diventato quasi un dovere.Siamo abituati a stringere i denti, a continuare anche quando siamo esausti, a dire “va tutto bene” mentre dentro sentiamo solo fatica. È la modalità sopravvivenza, o survival mood: uno stato in cui il corpo e la mente si organizzano per resistere, non per vivere.
In questa modalità, la priorità non è il benessere, ma la protezione. Ogni energia viene diretta verso il “come faccio a non cadere?”, piuttosto che verso il “cosa mi fa stare bene?”. E col tempo, questa tensione di fondo diventa così familiare da sembrare normale.
Cos’è davvero la modalità sopravvivenza
La modalità sopravvivenza è una risposta adattiva del nostro sistema nervoso.Quando percepiamo una minaccia, fisica, emotiva o relazionale, il corpo entra automaticamente in allerta: aumenta il battito, il respiro si fa rapido, i muscoli si tendono, la mente cerca soluzioni. È una reazione antica, progettata per salvarci.
Ma il problema nasce quando lo stress diventa cronico e il corpo non riesce più a disattivare l’allarme. Anche in assenza di un pericolo reale, restiamo in uno stato di iper-vigilanza: sempre pronti, sempre tesi. La mente non trova mai un vero “fine emergenza”, e così il survival mood si trasforma in uno stile di vita.
Quando la sopravvivenza diventa uno stile di vita
Molte persone vivono per anni in modalità sopravvivenza senza accorgersene. Non si tratta solo di ansia o stress: spesso si manifesta come ipercontrollo, bisogno di efficienza, perfezionismo, difficoltà a fermarsi. Si va avanti “funzionando” anche quando dentro ci si sente vuoti o esausti.
A volte, la sopravvivenza prende la forma di un sorriso, di una produttività impeccabile, di un “ce la faccio da sola”. Ma il corpo manda segnali:
stanchezza persistente, anche dopo il riposo,
difficoltà a dormire o rilassarsi,
irritabilità o difficoltà a concentrarsi,
senso costante di allerta, anche nei momenti tranquilli.
Non è debolezza. È un corpo che ha imparato che fermarsi può essere pericoloso.
Il paradosso della sicurezza
Quando viviamo troppo a lungo nel survival mood, anche la calma può far paura. Il silenzio diventa sospetto, la lentezza inquieta, la gentilezza disorienta.Questo accade perché il sistema nervoso si abitua a considerare l’allerta come “normale”. Così, anche quando tutto va bene, dentro si accende il dubbio: “E se crollasse tutto adesso?”
Uscire dalla modalità sopravvivenza significa insegnare al corpo che la quiete è sicura. Non si tratta di convincersi razionalmente, ma di ri-educare il sistema nervoso attraverso esperienze di sicurezza reale: respirare lentamente, concedersi pause senza senso di colpa, notare ciò che è stabile e presente. La calma non si impone, si costruisce.
Dalla sopravvivenza alla presenza
La psicoterapia è uno spazio dove la modalità sopravvivenza può finalmente abbassare la guardia. Attraverso il dialogo, la consapevolezza corporea e il contatto con i propri valori, la persona inizia a riconoscere che può smettere di reagire e iniziare a scegliere.
Nell’approccio ACT (Acceptance and Commitment Therapy), questo passaggio è centrale:
Accettare ciò che non possiamo controllare, invece di combatterlo.
Riconoscere i nostri automatismi di sopravvivenza (controllo, fuga, compiacimento).
Impegnarsi in azioni che riflettano ciò che per noi è importante, non solo ciò che è “sicuro”.
Con il tempo, si scopre che non serve spegnere la modalità sopravvivenza con la forza: basta lasciarla riposare. Quando l’allarme interno si placa, emerge una presenza più autentica, capace di scegliere, sentire e connettersi.
Un nuovo modo di vivere
Uscire dalla modalità sopravvivenza non è un atto eroico: è un processo lento, gentile e profondamente umano.Significa imparare a fidarsi della calma, a rallentare senza sentirsi in colpa, a vivere non più come se ci fosse sempre qualcosa da temere.
Ogni piccolo gesto di presenza, respirare, ascoltare, chiedere aiuto, fermarsi, è un passo verso la vita. Non si tratta di “diventare un’altra persona”, ma di tornare a quella che siamo quando non dobbiamo difenderci da tutto.
Dal bisogno di sopravvivere al desiderio di vivere pienamente. È qui che inizia la crescita.
Se ti riconosci in questa sensazione di allerta costante e desideri tornare a vivere con più calma e fiducia, la psicoterapia può aiutarti a uscire dalla modalità sopravvivenza.
Puoi prenotare una call gratuita per capire insieme da dove ripartire.

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