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Comprendere l’ADHD in Età Adulta

Aggiornamento: 27 ott

Che cos’è l’ADHD in età adulta

L’ADHD non si manifesta solo come “iperattività” (correre, non stare fermi), ma soprattutto come difficoltà di concentrazione, gestione del tempo, organizzazione e regolazione emotiva. È una condizione neurobiologica, non una “mancanza di volontà” o “pigrizia”.



Segnali comuni negli adulti con ADHD

Molti adulti con ADHD raccontano esperienze simili. Ecco alcuni segnali comuni:


  • Difficoltà a concentrarsi su compiti lunghi o noiosi, anche se importanti.

  • Procrastinazione cronica e senso di colpa.

  • Sbalzi emotivi o forte sensibilità alle critiche.

  • Disorganizzazione nella gestione di lavoro, casa, scadenze.

  • Ipersenso di sovraccarico mentale, come avere “troppe finestre aperte” nella mente.

  • Iperfocus: al contrario, periodi di concentrazione intensa su attività stimolanti, trascurando il resto.


Ad esempio, una persona può dimenticare sistematicamente di pagare le bollette, ma lavorare 6 ore di fila su un progetto che le appassiona senza accorgersi del tempo che passa.


Perché spesso viene diagnosticato tardi

L’ADHD può passare inosservato nell’infanzia, soprattutto se prevale la disattenzione rispetto all’iperattività. Molti adulti sviluppano strategie compensatorie come liste infinite, multitasking e controllo eccessivo. Il risultato è un costante senso di inadeguatezza: “perché per gli altri sembra facile e per me no?”.


Impatto sulla vita quotidiana

L’ADHD ha un impatto significativo sulla vita quotidiana. Ecco alcuni aspetti da considerare:


  • Lavoro: difficoltà a rispettare scadenze, ma anche grande creatività e problem-solving fuori dagli schemi.

  • Relazioni: malintesi legati a dimenticanze, impulsività o bisogno di stimoli continui.

  • Autostima: vissuti di “non essere abbastanza”, che spesso sfociano in ansia o depressione.


Cosa può aiutare

Ci sono diverse strategie che possono essere utili:


  • Psicoterapia: approcci come la CBT e l’ACT sono tra i più efficaci per imparare strategie pratiche e ridurre l’autocritica.

  • Tecniche di organizzazione ADHD-friendly: timer, routine chiare e spazi semplificati possono fare la differenza.

  • Mindfulness e autoregolazione emotiva: queste pratiche possono aiutare a ridurre l’impulsività.

  • In alcuni casi, supporto farmacologico: questo deve essere valutato con uno specialista.


Se ti ritrovi in alcune descrizioni dell’ADHD negli adulti, può essere utile fermarti un momento e chiederti:


  • In quali situazioni quotidiane mi sento più spesso sopraffatto o in difficoltà?

  • Quali strategie uso già per organizzarmi o per gestire la concentrazione? Mi aiutano davvero o mi lasciano ancora più stanco?

  • Come cambia la mia autostima quando non riesco a portare a termine le cose come vorrei?

  • In che modo le mie difficoltà influiscono sulle relazioni con chi mi è vicino?

  • Se avessi più strumenti e comprensione su come funziona la mia mente, cosa cambierebbe nella mia vita di tutti i giorni?


Queste domande non servono per autodiagnosticarsi, ma per capire se può essere utile esplorare il tema con uno specialista e dare finalmente un nome a difficoltà che forse ti accompagnano da tempo.


Riconoscere l’ADHD: Un Nuovo Inizio

Riconoscere l’ADHD in età adulta non significa etichettarsi, ma iniziare un percorso di comprensione e cambiamento. Non è mai troppo tardi per trovare un nuovo equilibrio. Se pensi che alcune di queste descrizioni ti rispecchino, parlarne con uno psicoterapeuta può aiutarti a fare chiarezza e a ritrovare leggerezza nella vita quotidiana.


In questo viaggio, ricorda: non sei solo. Ci sono risorse e persone pronte ad aiutarti. Iniziare a capire te stesso è il primo passo verso un benessere duraturo.

 
 
 

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