L’ipercontrollo: quando gestire tutto diventa una trappola
- Dr Mirella Sgarbossa

- 18 nov
- Tempo di lettura: 3 min
Il bisogno di avere tutto sotto controllo
C’è chi prepara piani di emergenza per ogni imprevisto, chi ricontrolla decine di volte messaggi o scadenze, chi fatica a rilassarsi anche quando tutto sembra andare bene. Dietro questo atteggiamento non c’è solo perfezionismo, ma spesso una forma più profonda di difesa: l’ipercontrollo.
Controllare tutto ci dà la sensazione di sicurezza, di poter tenere lontano il dolore, l’incertezza o l’errore. Ma quando questa strategia diventa automatica, la vita si irrigidisce: ogni deviazione genera ansia, e il corpo vive in uno stato di allerta continua.

Cos’è l’ipercontrollo e perché nasce
L’ipercontrollo è una strategia psicologica che si sviluppa per proteggersi da situazioni percepite come caotiche o minacciose. Può nascere in contesti familiari dove c’era poco spazio per l’imprevisto, o dove l’errore veniva vissuto come pericolo o fallimento.
Nel tempo, impariamo che “funzionare” significa prevedere tutto, gestire tutto, non lasciare mai nulla al caso. Ma questa apparente forza nasconde un grande costo: ansia cronica, tensione muscolare, insonnia, irritabilità, difficoltà a delegare e a sentirsi davvero presenti.
L’ ipercontrollo è, in realtà, una strategia di sopravvivenza: all’inizio ci protegge, ma con il tempo ci imprigiona.
I segnali dell’ipercontrollo
Spesso si manifesta più nel corpo che nei pensieri. Alcuni segnali tipici:
tensione muscolare o respiro corto;
mal di testa, contratture, difficoltà digestive;
pensieri ripetitivi e bisogno costante di pianificare;
fatica a chiedere aiuto o a fidarsi degli altri;
senso di colpa quando si “abbassa la guardia”.
Il corpo vive come se fosse sempre necessario anticipare un pericolo e più cerchiamo di controllarlo, più quel pericolo sembra reale.
Il paradosso del controllo
Più tentiamo di controllare, più l’ansia cresce.L’ipercontrollo funziona come una miccia corta: per qualche ora ci fa sentire efficienti, ma poi il sistema si sovraccarica e si esaurisce.
È un po’ come trattenere il respiro: all’inizio dà stabilità, poi arriva la fatica e il bisogno disperato di lasciarlo andare. Nel tentativo di essere sempre pronti, perdiamo spontaneità, piacere e connessione con noi stessi.
Come lavorarci in psicoterapia
In terapia, il lavoro sull’ipercontrollo non consiste nel “smettere di controllare”, ma nel capire da cosa ci stiamo proteggendo. Spesso dietro c’è paura del giudizio, bisogno di sicurezza, o la convinzione profonda di non poter contare sugli altri.
La psicoterapia aiuta a:
riconoscere le radici del bisogno di controllo;
osservare i pensieri senza fondervisi, imparando a lasciarli passare;
riscoprire la fiducia in ciò che non può essere previsto;
coltivare flessibilità e autocompassione, accettando che l’imprevisto non è fallimento, ma parte della vita.
L’obiettivo non è “lasciare andare tutto”, ma scegliere consapevolmente cosa vale la pena tenere e cosa si può lasciare accadere.
Un piccolo esercizio di consapevolezza
Quando senti il bisogno di controllare, prova a fermarti per un istante e chiederti:
“Cosa sto cercando di evitare, dentro di me, controllando questo?”
Non serve cambiare subito il comportamento. Basta notare quell’attimo di consapevolezza apre una crepa nella rigidità, uno spazio dove può entrare un po’ di respiro.
Lasciare andare non significa rinunciare al controllo, ma ritrovare fiducia nel movimento naturale della vita.Significa accettare che l’equilibrio non nasce dall’immobilità, ma dalla capacità di oscillare senza spezzarsi.
Quando impariamo a tollerare ciò che non possiamo prevedere, la mente smette di combattere e il corpo ritrova la quiete.
Se senti che la necessità di controllare tutto ti sta togliendo leggerezza o spazio per te, possiamo lavorarci insieme.📩 Scrivimi per un primo colloquio conoscitivo o per ricevere informazioni sui percorsi di psicoterapia individuale.



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