Comprendere la fibromialgia: impatto e gestione
- Dr Mirella Sgarbossa

- 13 ott
- Tempo di lettura: 3 min
La fibromialgia è una sindrome cronica caratterizzata da dolore diffuso, stanchezza persistente e una varietà di sintomi che possono includere difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno e ipersensibilità fisica. Nonostante sia una condizione riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per molte persone la diagnosi arriva tardi, dopo anni di visite e frustrazione, spesso con la sensazione di non essere credute.
Oltre il dolore fisico della fibromialgia
La fibromialgia non è “solo nella mente” e nemmeno “solo nel corpo”. Le ricerche più recenti (Clauw, 2021; Häuser et al., 2023) mostrano che coinvolge una disregolazione del sistema nervoso centrale, che amplifica la percezione del dolore e riduce la capacità di recupero fisiologico. In pratica, il corpo resta in uno stato di allerta costante, come se non riuscisse mai a “spegnersi”. Questo spiega perché anche stimoli lievi, una carezza, un rumore improvviso, una giornata stressante, possano risultare faticosi o dolorosi.
Il ruolo dello stress e delle emozioni
Molte persone che vivono con la fibromialgia descrivono un periodo di forte stress, lutto o trauma prima dell’esordio dei sintomi. Non significa che la malattia sia “psicologica”, ma che mente e corpo condividono lo stesso sistema di allarme. Quando per troppo tempo restiamo in modalità di sopravvivenza, il sistema nervoso può perdere la sua capacità di autoregolarsi, generando dolore cronico, insonnia e ipersensibilità emotiva. La psicoterapia può aiutare proprio a ricostruire questa capacità di autoregolazione, insegnando al corpo e alla mente che è possibile tornare a uno stato di sicurezza.

Un approccio integrato alla cura
Non esiste una cura unica per la fibromialgia, ma esistono percorsi efficaci e personalizzabili.Le linee guida internazionali (EULAR, 2023; Clauw, 2021) sottolineano l’importanza di un approccio multimodale, che integri diversi livelli di intervento: fisico, psicologico, relazionale e, quando necessario, farmacologico.
1. Movimento e riattivazione graduale
L’attività fisica adattata (come yoga dolce, nuoto, stretching o camminate leggere) è considerata uno dei pilastri della cura. Non si tratta di “forzare” il corpo, ma di ricostruire un’alleanza con esso, imparando a muoversi nel rispetto del proprio ritmo e delle proprie sensazioni. Anche un’attività minima, se svolta con costanza e consapevolezza, aiuta a ridurre la rigidità muscolare, migliorare il tono dell’umore e ristabilire il dialogo corpo-mente.
2. Psicoterapia e regolazione emotiva
La terapia cognitivo comportamentale (CBT) ha dimostrato di ridurre l’impatto del dolore cronico e migliorare la qualità della vita, aiutando la persona a riconoscere e modificare i pensieri catastrofici e le strategie di evitamento che rinforzano il dolore. La terapia EMDR, invece, è utile quando la fibromialgia si associa a esperienze traumatiche o a stress prolungato: lavorando sulla memoria corporea del trauma, aiuta a ridurre l’iperattivazione del sistema nervoso e il senso di minaccia costante. Infine, la terapia dell’accettazione e dell’impegno (ACT) e la mindfulness insegnano a stare in contatto con le proprie sensazioni senza giudizio, promuovendo una relazione più compassionevole con se stessi e aumentando la flessibilità psicologica.
3. Educazione e supporto
Un aspetto spesso trascurato è l’educazione terapeutica: capire cosa succede nel corpo e nel cervello durante la fibromialgia aiuta a ridurre la paura e la sensazione di perdita di controllo. Molti pazienti trovano beneficio nei gruppi di sostegno, nei programmi psicoeducativi e nelle community consapevoli, dove il confronto con chi vive esperienze simili permette di sentirsi finalmente compresi e legittimati.
4. Integrazione medica
Il ruolo del medico, del fisioterapista e del nutrizionista rimane fondamentale. Alcuni farmaci possono ridurre la sensibilità centrale al dolore, mentre un’alimentazione equilibrata e una buona igiene del sonno contribuiscono a stabilizzare il sistema nervoso. Quando le figure professionali collaborano in modo coordinato, psicologo, medico, fisioterapista e paziente, il percorso diventa più coerente e sostenibile nel tempo.
Ritrovare la fiducia nel corpo
Vivere con la fibromialgia significa spesso fare i conti con la perdita di fiducia nel proprio corpo. Ogni sintomo può sembrare un tradimento, ogni limite una sconfitta. La terapia aiuta a riscoprire che il corpo non è un nemico, ma un messaggero: attraverso il dolore, comunica il bisogno di rallentare, di essere ascoltato, di ritrovare sicurezza. Non si tratta di “guarire dal dolore”, ma di imparare a vivere pienamente anche con esso, recuperando spazio, movimento e dignità.
Se vivi con la fibromialgia e senti che il dolore ha preso troppo spazio nella tua vita, sappi che non devi affrontarlo da sola.
Un percorso psicologico può aiutarti a ritrovare equilibrio, fiducia e un nuovo modo di ascoltare il tuo corpo.
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